Chiostri nell'insulae degli Incurabili di Napoli
1. Chiostro "Orto Medico" [albero di Canfora - sec. XVI]
2. Giardino dei Semplici
3. Chiostro di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli [già della Maternità]
4. Chiostro delle Trentatre
5. Chiostro di Regina Coeli
Il chiostro di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli, detta aanche Chiostro della Maternità per l'iscrizone sul porticato d'ingresso rivolta a tutte le donne in attesa. è oggi raggiungibile attraversando l'Ospedale degli Incurabili a via Luciano Armanni, nella xona dell'Anticaglia. A pianta rettangolare è deliitato da sei arcate per quattro poggianti su pilastri di piperno. Le volte a crociera portano decorazioni floreali e motivi orientaleggianti, mentre gli affreschi delle lunette raffigurano alcuni episodi della cita di Sant'Onofrio.
Nel Chiostro della Maternità erano soliti riunirsi i membri dell'Accademia degli Oziosi, tra cui G.B. Marino, il Della Porta e Ascanio Filomarino. L'epoca di fondazione del complesso religioso risale agli inizi del Cinquecento, a opera degli Eremitani Girolamini, detti anche Pisani dal luogo di provenienza del fondatore Beato Pietro. L'ordine rimase indisturbato fino al 1799; con il decennio francese ebbe infatti inizio la progressiva soppressione del monastero che nel 1809 venne inglobato dall'Ospedale degli Incurabili, divenendo parte do esso.
[Fomte: Maria Rosaria Costa - I chiostri di Napoli - Viaggio alla scoperta dei tesori d'arte tra le mure conventuali. Ristampa settembre 2002]
[Posted 16 aprile 2014, mer]
Il piccolo chiostro di Santa Maria delle Grazie già esisteva da alcuni anni quando nel 1566 alcune canonichesse lateranensi s insediarono nel palazzo del duca di Montaldo, ad esso confinante, per ampliare, ad esso confinante, per ampliare il complesso religioso. La dimora nobiliare fu dunque trasformato in un nuovo monastero intitolato a Santa Maria Regina Coeli Secondo alcuni storici la realizzazione del chiostro venne affidata a Giovan Vincenzo della Monica. Indiscusso invece l'intervento del Picchiatti a partire dal 1682. E' certo, inoltre, che il pozzale di marmo posto nel suo centro e reso coi particolare dal contenuto di quattro piccoli obelischi piramidali alternate a sfere di marmo, risalgono al XVI secolo.
Il chiostro di Santa Maria Regina Coeli la cui entrata è da via San Gaudioso, custodisce nel suo lussureggiante giardino i busti di San Vincenzo dei Paoli e du Santa Giovanna Antida Thouret, fondatrice dell'Ordine delle Suore della Carità, giunte nel 1810.
Importanti lavori di ristrutturazione furono eseguiti nel 1599. Dai Conti di Amministrazione si rileva che in quell'anno "il piperniere Scipione di Conza di Napoli conviene di vendere alle religiose la quantità di piperno necessaria per completare il chostro giacchè è stato stabilito che anche gli archi dovevano essere della sessa pietra. Circa un secolo più tardi venivano completati su disegno del Picchiatti i due corpi di fabbrica destinati alle celle per le religiose lungo i due lati del chiostro all'interno del quale vi era un balcone in legno, con pergolato, sul quale si aprivano le cucine e sei forni per il pane. Inoltre, sul cornicione dell'ultimo corpo difabbrica, furono collocaticanali di creta per far confluire in recipienti posti sul piano di calpestio del chiostro, seminascosti dalla vegetazione, l'acqua piovana che poteva essere cosi riutilizzata.
Il 31 ottobre 1811 il monastero e la chiesa di Santa Maria Regina Coeli vennero concesse all'Istituto delle Suore di Carità su ordine di Gioacchhino Murat, cosicchè le Lateranense furono costrette a trasferirsi nei pochì conventi superstiti.
[Fomte: Maria Rosaria Costa - I chiostri di Napoli - Viaggio alla scoperta dei tesori d'arte tra le mure conventuali. Ristampa settembre 2002]
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