Ospedale Santa Maria della Pace
1. Cenni storici
2. Galleria Fotografica
3. Collegamenti esterni
[Update 23 marzo 2012, ven]
I frati Ospedalieri vennero la prima volta in Napoli nel 1515, chiamati dagli spagnuoli per assistere al loro Ospedale dei SS. Giacomo e Vittorio (nel 1800 si chiamava San Giacomo degli Spagnuoli); ma insorta discordia fra governatori dell'Ospedale ed i frati, questi Ottenero invece la Chiesa e Casa di Santa Maria d'Agnone, finchè nel 1587 comprarono questo palazzo, che era di Ser Gianni Caracciolo del Sole, gran siniscalco del regno e favorito della regina Giovanna II d'Angiò Durazzo. Ser Gianni Caracciolo volle l'imponente dimora nei pressi della reggia di Castel Capuano, dove viveva la sua amata regina, ma della sfarzosa dimora resta soltanto il bel potale gotico, il basamento antico, la sala del Lazzaretto e l'androne di accesso. Il palazzo fu sede dell'Ospedale di Santa Maria della Pace, fondato nel 1587 dall'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio. Era sorto questo edificio con disegno di Andrea Ciccione, e ne resta intatta ancora la porta di marmo, formata con ripetuti archi circolari, che impostano sopra colonnette, e buona parte del pianterreno del primo chiostro, non che la porta della sala di ricezione a dritta di chi entra nel vestibolo, la quale fu oigine il sacello gentilizio di Ser Gianni e fino al 1700 era una ricchissima cappela, detta il tesoro, nella quale prendono possesso di loro cariche i nuovi magistrati dei Tribunali. A sinistra è la scala che mena all'Ospedale degno di essere osservato per i suoi affreschi della volta sono del Viola e del Diana. Nel 1629 col disegno di Pietro de Marino si cominciò la fabbrica della chiesa col titolo di Santa Maria dell'Assunta, ma poi si disse: Santa Maria della Pace, percè fu compiuta verso il 1659, quando fu conclusa la pace Tra Filippo IV e Luigi XIII. Fu rifatta nel 1739, essendo in gran parte crollata per il terremoto del 1732, uno dei tanti che funestarono Napoli dal Trecento al Settecento. Il restauro fu curato da Michele Foschini che è anche l'autore di alcuni affreschi e della tela di San Giovanni dei poveri del 1738. La chiesa contiene una preziosa ed antica "edicola" di San Martino ed una splendida tavola del Cinquecento rappresentante i SS. Michel e Giovanni Battista.
L'spedale fu restaurato nel Settecento ed affrescato in quella occasione da Giacinto Diano: contiene una tela del Solimena, che raffigura San Giovanni di Dio fondatore dell'Ordine dei frati Ospedalieri.
L'Ospedale inoltre è stato sempre conosciuto come specializzato per la cura delle malattie veneree e della pelle, ospitando tra l'altro un reparto dermoceltico istituito nel 1888. Dopo l'epidemio di tifo che colpi Napoli nel 1876, l'allora sovrintendente dell'Ospedale Dott. Carmelo Patania apportò alcune riforme e fra esse istitui una sala clinica affidandone la direzione al Prof. Davide Borrelli che nel curare i tifosi fu a sua volta contaggiato dalla malattia. Nel 1898 con reale decreto fu aggregato alla Santa Casa degli Incurabili.
Dal 1970 ha cessato l'attivita di Ospedale per divenire edificio storico tutelato dalla sovrintendenza dei beni ambientali; diventò sede distaccata del Tribunale di Napoli (prima penale, poi dell’Unep e poi delle Sezioni Stralcio) che vide la sala del Lazzaretto divisa in tre aule di corte di assise.
Attualmente la proprietà dell’immobile non è definita in quanto il Comune di Napoli ha fatto ricorso al trasferimento della proprietà alla ASL Napoli1.
Occupato parzialmente da uffici della Municipalità, la struttura è stata inserita tra gli immobili da recuperare attraverso il Progetto Unesco per il centro storico di
Napoli (POR Campania Fesr 2007/13 asse 6, Obiettivo Operativo 6.2, CUP B62I12000140009) per un importo pari a 7.000.000 euro.
La delibera 626 del 2013 di approvazione del Preliminare del progetto di recupero prevede il totale trasferimento degli uffici della Municipalità IV che attualmene occupano una parte
dell’edificio e sei destinazioni funzionali diverse:
consorzio botteche artigiane (formazione, produzione, esposizione e vendita),
museo etnoantropologico (nel Lazzaretto),
museo pinatoceca Asl (livello sovrastante il Lazzaretto),
residenze (centro anziani e studentato in parte del primo e del secondo piano),
centro benessere (primo piano) insieme a orti-giardini, solarium e impianti di energia rinnovabile.
[Fonte: Sticco S.; Brevi cenni storici di MEDICINA OSPEDALI E UNIVERSITA' - 2006]