OPERE PIE napoletane

 

CONFRATERNITA SS. ASSUNTA IN CIELO [1724]

[Arciconfraternita dell'Assunta dei cinesi - 1724]

 

1. Cenni storici

2. Downlod

1. Cenni storici

Soppressa con decr. arciv.le del 1° febbraio 2000

Sede storica: Chiesa della Sacra Famiglia ai Cinesi/Atrio dell’Ospedale Elena d’Aosta.Attuale: Via Duomo, 108 –  Iscr. R.P.G. Trib. NA n° 201 – Arch. dioc. n. 07

 

Appare efficace e coinvolgente, per i cultori di storia napoletana, la raccolta di notizie su questa singolare confraternita. Essa, infatti, secondo molti studiosi dell’opera di Matteo Ripa fu un’antesignana nel praticare sostanziose forme di sostegno a favore dei popoli del Terzo Mondo ed ebbe dei meriti anche quale progenitrice dell'attuale Istituto Universitario Orientale di Napoli.
Il Celano, nella sua opera  più volte citata,   scrive in proposito:
« ... Uscendo dalla Chiesa di S. Severo vi sono due strade: quella a destra riesce nella real via di Capodimonte; e quella a sinistra conduce alla Chiesa e Casa della Congregazione della Sagra Famiglia di Gesù Cristo volgarmente in Napoli detta dei Cinesi. Questa Congregazione a nostri tempi è stata nella Chiesa di Dio istituita dal Venerabile Sacerdote Matteo Ripa, e prima con Decreto del 1725 da Papa Bene detto XIII e dipoi, con lettere apostoliche del 1723 da Papa Clemente XII approvata. Il primario ed essenziale scopo del suo istituto si è di aver cura e governo di un Collegio di cinesi, indiani e giovani di qualsivoglia altra Natione Infedele e di un Convitto di Giovani di qualunque si sia Natione Cattolica, ed istruirli nel costume e nelle scienze, con uniformità di sentimenti e di dottrina per rendere quei del Collegio buoni e profittevoli Missionari nelle loro in fedeli Regioni; e quei del Convitto buoni et idonei Ecclesiastici ne' loro rispettivi Paesi. I Collegiali sono mantenuti a tutte spese della casa. « La Chiesa fu aperta nel 1729, è bella e divota, ma piccola ispezialmente in riguardo de' continui esercizi di divozione che si fanno... ».
In tempi più o meno coevi alle attività assistenziali e didattiche della congregazione religiosa fondata da Matteo Ripa, si formò, a latere della medesima, una confraternita laicale sotto il titolo della SS.Assunta, per iniziativa di otto nobili gentiluomini del borgo, di alcuni educatori ed insegnanti dell’università federiciana e di altre pie persone legate, per passione o per lavoro alle terre d’oltremare. Questi confratelli eressero la loro sede e l’oratorio in due ampi vani posti di lato alla porta principale della chiesa della Sacra Famiglia, ad una quota leggermente inferiore rispetto al livello di quest’ultima. Nel 1787 il sodalizio ottenne legittimazione canonica mediante decreto sottoscritto dall’arcivescovo Giuseppe Capece Zurlo e riconoscimento civile con regio assenso di Ferdinando IV. Durante quei decenni i confratelli si prodigarono per aiutare gli ospiti stranieri che frequentavano i corsi di studio a far sì che, una volta superati gli esami di lingue orientali, scienze e dottrina teolgica, potessero far ritorno nei loro paesi per diffondere e testimoniare la fede cristiana. Tale fine istituzionale continuò, senza interrompersi, fino al 1869. A quell’anno, infatti, risale il decreto emesso dal ministro Bagoni per la soppressione dell’Ordine religioso della Sacra Famiglia e la confisca di tutti i beni patrimoniali che confluirono a favore del costituendo “Reale Collegio Asiatico” con sede al Largo S. Giovanni Maggiore Pignatelli, precursore dell’attuale Istituto Universitario Orientale di Napoli, istituito con decreto reale del 27 dicembre 1888. 
La confraternita dell’Assunta, rimasta nei luoghi di sua pertinenza, ottenne dallo Stato italiano il dominio dell’intera chiesa della Sacra Famiglia in cui continuò ad operare secondo i fini statutari per l’elevazione cristiana della fratellanza e come sostegno morale e finanziario agli studenti stranieri che frequentavano l’Istituto. L’imponente complesso monastico che sorgeva intorno alla chiesa, fu, invece, adibito dal Pio Monte della Misericordia ad ospedale pubblico, titolato alla duchessa Elena d'Aosta. Purtroppo, le nuove fabbriche che si resero necessarie per rendere funzionale la struttura ospedaliera, tolsero ogni spazio alla chiesa della confraternita, rendendola quasi inaccessibile alla fratellanza che, per lunghi anni, fu costretta a riunirsi presso la parrocchia di San Severo. Le porte del tempio, per tal motivo, furono diligentemente chiuse con catene e lucchetti dai governatori del pio sodalizio.  Nel 1971, (non si è potuto stabilire per iniziativa di quale organo direttivo del nosocomio Elena d'Aosta, divenuto nel frattempo ente regionale), senza nessun preavviso ai legittimi proprietari, si forzarono le serrature e si profanarono i luoghi sacri adibendoli a deposito di materiali edili ed ospedalieri. La confraternita, autorizzata dall’Organo tutorio diocesano, venuta a conoscenza dell'increscioso episodio, intraprese azione giudiziaria nei confronti dell'ente pubblico. Essa chiedeva  il rilascio della chiesa ed il risarcimento dei danni conseguenti alla dispersione dei 

dipinti e dell'ingente corredo di preziose suppellettili e arredi sacri.

                            
La causa, iniziata nel 1979, sembra non sia ancora giunta a sentenza, eccependo l'Ente ospedaliero l'esistenza in loco di una sola chiesa di sua proprietà, mentre la congrega ha sempre sostenuto e documentato che le chiese sono sempre state due, di cui la più piccola, posta di lato e ad un livello leggermente inferiore, era di sua esclusiva proprietà sin dal 1787, mentre la maggiore le era pervenuta in uso perpetuo per decreto reale. Sembra interessante riportare anche qualche notizia relativa ad un'altra vertenza promossa dalla confraternita dell'Assunta, innanzi alla III Sezione della Corte d’Appello, contro il Regio Istituto Orientale nel maggio dell'anno 1895, per la rivendica di un lascito ereditario legato alla celebrazione di messe in suffragio dell’anima del donatore, il confratello Gennaro Bracco. 
Costui, volendo rendere un perpetuo benefizio spirituale alla congrega, con rogito del 10 maggio 1751 per notar Venettozzi, fece donazione irrevocabile alla medesima della somma di ducati 200, con l'obbligo di far celebrare nell'oratorio dell'Assunta una messa domenicale perpetua quando vi si radunavano i confrati.
Per tramandarne memoria, fu murata una lapide ‘in cornu epistulae’ dell'altare (lapide che certamente esisteva ancora nel 1971, come rilevasi da un inventario redatto in quell’anno) con la seguente iscrizione: Li Signori Sacerdoti della Sacra Famiglia di Gesù Cristo, hanno l'obbligo di far celebrare ogni domenica una messa perpetua su questo altare.
L'obbligazione venne sempre rispettata sino all'anno 1888, cioè sino a quando non si materializzò l'esproprio patrimoniale subito dalla congregazione. Il tribunale, con sentenza del 19/21 dicembre 1894, aveva già accolto le richieste del sodalizio, ma il consiglio di amministrazione dell'Istituto Orientale, con atto del 7 marzo 1895, produsse appello asserendo che il legato, entrato a far parte integrante del patrimonio acquisito, non poteva più essere riversato alla confraternita e che l'istituzione pubblica non aveva alcun obbligo di rispettare la volontà del donatore. Eccepiva invece il sodalizio, nell'arringa pronunciata dal suo difensore, avv. Vito Antonio d'Orsi, il 20 maggio 1895, che il legato del 1751 era un contratto giuridicamente perfetto avente, quindi, forza di legge, perciò doveva essere rispettato anche da enti pubblici secondo la vigente legislazione del regno. La corte, come già aveva fatto il tribunale, tutelò il secolare diritto della confraternita e, non permettendo all'Istituto Orientale di distogliere dalla sua perpetua destinazione il capitale del legato Bracco, lo condannò a restituirne il corrispettivo secondo il controvalore dell'unità monetaria corrente a tale epoca. Per alcuni decenni la confraternita, priva ormai di confratelli e di beni, vivacchiò sotto l’amministrazione di un commissario di nomina arcivescovile. Poi il provvedimento arcivescovile del 1° febbraio 2000 ne ha decretato la definitiva soppressione facendo confluire la cappella cimiteriale nel patrimonio immobiliare della congrega di S. Maria dell’Avvocata.

 

Posted 10 luglio 2013 mer

[fonte: ANTONIO LAZZARINI “CONFRATERNITE DELLA CAMPANIA – Storia, cronache, profili”]

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