OPERE PIE napoletane

     .....Omissis, Più avanti si arriva ad un quadrivio; la strada a destra va su nella chiesa di S. Maria di Ognibene, quella a sinistra nella strada di Nilo, come si vide nella terza giornata. La strada di mezzo va a terminare alla chiesa e piazza della Carità, e dicesi strada della Pignasecca. In questo quadrivio, in quella a sinistra, dalla destra però della detta strada, vedesi un Conservatorio intitolato S. Maria del Presidio delle Pentite, ed ebbe questo principio. Nell'anno 1633 che fu l'orrenda eruzione del monte Vesuvio, la maggiore di quante state ne sono, come a suo luogo si dirà, si affatigarono molti zelanti religiosi di ridurre a penitenza le anime per placare lo sdegno divino: fra questi i Padri Pii Operari si diedero a predicare nei postriboli, e particolarmente il Padre D. Francesco Celentano; da questi semi sparsi della divina parola presto raccolsero messe grande di pentimento, vedendosi molte donne delle più prostitute e scialacquate strapparsi tutti i capelli, e detestare in pubblico le loro invecchiate colpe. La provvidenza di questi accorti operai della vigna di Cristo, perché queste piante novellamente innestate a frutti di Paradiso non fossero tornate ad insalvatichire, con le limosine di molti pii Napolitani procurarono presso la chiesa di S. Giorgio una casa e ridottola in forma di Conservatorio con una piccola chiesuccia, ivi le chiusero, vestite con l'abito di S. Francesco; e stiedero in questo luogo con qualche strettezza di abitazione, fin dopo i romori popolari. Allora che il Conservatorio di Santa Maria di Visitapoveri, stando sotto il cannone del Castelnuovo fu ruinato per disloggiarne i popolari, fu necessario trasportare in questo palazzo le monache e le figliuole, che erano dello stesso Conservatorio lasciatoli da Giuseppe Vernaglia, ed in esso questo grande uomo abitava conservandovi la sua famosissima libreria. Essendo quietate le già dette sollevazioni, per rifare le ruinate abitazioni di Santa Maria Visitapoveri fu di bisogno vendere questo palazzo. Fu comprato dall'esemplarissimo Sacerdote D. Antonio Pironti, e donato alle pentite per loro abitazione, come si legge da una memoria erettali, con l'effigie in marmo del donante, nella chiesa; e qui al presente santamente abitano governate e guidate dai stessi Padri pii Operari. Camminando per la strada di mezzo della Pignasecca, come si disse, ricca di continuati palazzi e comodi da un lato e l'altro, e di molti vichi per i quali si va ad altre strade di sopra a questa non inferiori per l'unità delle abitazioni, si arriva alla gran piazza della Carità, dove si può dare fine alla giornata col ritirarsi nelle solite posate.

Aggiunzioni di Giovan Battista Chiarini, Napoli 1856-60

[Fonte: http://www.bbpiche.it/doc/Celano-Chiarini.doc]

[1] Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza speciale per il patrimonio storico,   artistico ed etnoantropologico per il polo museale della città di Napoli (Progetto formativo Ufficio Tutela e Valorizzazione - 2010/2011)
[2] Lazzarini; Splendori e decadenza di cento chiese napoletane (www.portosalvo.org.ps.storia.asp)
[3] Del riordinamento degli stabilimenti di beneficienza nella città di Napoli per l ' avv. Scipione Staffa da Vincenzo. Napoli 1867 - Stabilimento tipografico dei classici italiani
[4] Direzione Generale della Statistica – Statistica delle Opere Pie al 31 dicembre 1880 – vol. VIII Campania – 1891 Roma Tipog. Nazionale
[5] Reale Istituto d’Incoraggiamento – De’ lavori accademici, 1867 Napoli
[6] Celano-Chiarini;

[7] Teresa Filangieri Ravaschieri Fieschi: STORIA DELLA CARITA’ NAPOLETANA - Vol. IV - NAPOLI, 1879