CONSERVATORI, RITIRI, COLLEGI, CONVITTI.
Conservatorio della Purificazione e S. Gioacchino a Pontenuovo - 1684
(CONSERVATORIO DI S. MARIA DELLA PURIFICAZIONE
E S. GIOACCHINO A PONTENUOVO) [1]
1.Cenni storici
2.Note
3.Galleria Fotografica
4.Bibliografia
5. Area Download
6.Collegamenti esterni
[Last update 14 luglio 2012 sab.]
Il Conservatorio di tal nome surse dal cuore di un virtuoso cittadino a nome Gaetano Lo Masto, uomo non ricco ma generoso di quel suo po’ di bene: egli nel dì 2 di Febbraio 1684, giorno
sacro alla Purificazione di nostra Donna, diè cominciamento all’opera di carità che già gli stava in animo da gran tempo, con accogliere ed alloggiare in una casa fittata nella contrada di
Carbonara a Pontenuovo, sette di quelle povere fanciulle orfane di genitori, le quali andavano raminghe per le vie: dolorosa manifestazione della tremenda miseria, nella quale era caduta questa
nostra povera Città dopo i flagelli del secolo XVII.
L’esempio di quell’uomo virtuoso mosse a carità molti altri napoletani, e l’asilo delle orfanelle sostentato dal solo Lo Masto per un tempo, ebbe aiuti tanti da poter accrescere fino
ad 80 il numero delle sue ricoverate. Prima fra le benefattrici del pio Luogo fu la principessa di Monteleone D. Isabella Sanseverino, la quale, ingrandito l’edifizio pr la compra di alcune case
adiacenti, edificata la chiesetta (votata per sua devozione a S. Gioacchino) ella col costituire una rendita al Pio Luogo, volle che questo prendesse entità morale; ciò che venne consentito nel
1686 per decreto della Curia Arcivescovile, convalidato di assenso regio. Da quel tempo
In poi il Cardinale Pignatelli Arcivescovo di Napoli, gli fu largo di molti benefizi. Nel 1767 il tribunale delle Fortificazioni consenti cedere al conservatorio una delle torri della strada
Carbonara, col permesso di potervi aprire dei vani e costruirvi un terrazzo.
Protetta dallo Stato e dalla Chiesa, la pia opera ebbe facoltà di poter andare accattando limosine nelle provincie del Regno; uso che conserva ancora con poco suo vantaggio per la
infedeltà dei collettori, e con anche minore decoro dell’opera pia. Come avvenne per molti altri Conservatorii, la fondazione pietosa del buon Lo Masto dopo alcuni anni si volse in monastero di
oblate, e non accolse più orfane da educare, ma giovani da monacare, con dote corrispondente.
Cosi riprese a vivere la pia Opera dopo la riformata amministrazione del 1810; cosi viveva allorquando le fu dato nel 1874 un novello statuto organico, il quale ripristinava il
Conservatorio delle fanciulle povere. Ma lo statuto rimase e rimarrà per un bel pezzo lettera muta, per la mancanza dei mezzi onde poterlo attuare. La famiglia del pio Luogo oggi si compone di 18
oblate e 7 converse, le quali vivono stentatamente; vi sono in casa alcune pigionanti, e con la poverissima retta che esse pagano, si reca un qualche aiuto all’opera pia la quale in quanto al suo
fine antico, pul dirsi morta.
La sua rendita è di lire 13173.72, delle quali paga per spese di amministrazione Lire 1197.44, per culto L. 2218.96 e per tasse e tributi L. 2653.19.
[Fonte:: Teresa Filangieri Ravaschieri Fieschi: STORIA DELLA CARITA’ NAPOLETANA Vol. IV-NAPOLI, 1879]
[1] Teresa Filangieri Ravaschieri Fieschi: STORIA DELLA CARITA’ NAPOLETANA Vol. IV-NAPOLI, 1879
[1] Teresa Filangieri Ravaschieri Fieschi: STORIA DELLA CARITA’ NAPOLETANA - Vol. IV - NAPOLI, 1879
[2] Del riordinamento degli stabilimenti di beneficienza nella città di Napoli per l ' avv. Scipione Staffa da Vincenzo. Napoli 1867 - Stabilimento tipografico dei classici
italiani
[3] Direzione Generale della Statistica – Statistica delle Opere Pie al 31 dicembre 1880 – vol. VIII Campania – 1891 Roma Tipog. Nazionale
[4] Reale Istituto d’Incoraggiamento – De’ lavori accademici, 1867 Napoli
[5] Barbuto Paolo; Le chiese proibite di Napoli -San Gioacchino a Pontenuovo. (pag. 81-86) - Napoli, 2010