MEDICI alla SANTA CASA degli INCURABILI e OSPEDALI UNITI
[2010 - ASL NA1 centro - P.S.O. Santa Maria del Popolo degli Incurabili]
Dott. COSIMO MARIA de HORATIIS
[POSTED 13 marzo 2013, mer]
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Dott. Cosimo Maria de Horatiis
1. Biografia
2. Bibliografia
3. Collegamenti esterni
Cosimo Maria de Horatiis nasce a Caccavone (od. Poggio Sannita) il 25 settembre 1771 e muore in Napoli il 26 Marzo 1850.
Figlio del dott. Costanzo e di Rosa Daniele, fin da fanciullo mostrò i segni di un vivo ingegno e la voglia di apprendere, che gli veniva dagli insegnamenti del dottissimo padre, ottimo
insegnante e valente medico, alla cui scuola si formarono molti giovani del paese e del circondario. Il dott. Costanzo, legatissimo alla famiglia, trasmise a Cosimo, come agli altri suoi figli, i
primi germi del sapere e della virtù, non solo sotto l’aspetto medico, ma anche sotto l’aspetto letterario e scientifico.
Fu così, che fin da giovinetto, Cosimo (Cosmo), apprese di matematica, fisica, filosofia e lettere, per poi perfezionarle nel Seminario di Trivento, dove fu iscritto all’età di 11 anni e dove
ebbe per precettore Attanasio Tozzi, discepolo del Genovesi. Si trasferì quindi a Napoli per completare la sua formazione umanistica.
In quel 700 ricco di ingegni e in pieno turbinio di cultura, si trovò perfettamente a suo agio. La scelta di dedicarsi agli studi di Medicina, fu confortata dagli insegnamenti del Cotugno e del
Cirillo e di altri insigni professori della Università di Napoli. Si laureò giovanissimo in Salerno, tra il plauso dei colleghi e dei professori nel 1791.
Visse per molti anni nel paese natio, finché recatosi in Isernia per motivi personali, si trovò coinvolto nelle vicende rivoluzionarie della Repubblica Partenopea del 1799. Accadde che la Isernia
borbonica, impossibilitata a respingere l’attacco delle preponderanti forze dell’esercito francese, saggiamente decise di trattare la resa onorevole, evitando lutti e distruzioni. Per il suo
notorio equilibrio e la imperturbabile saggezza, fu incaricato Cosimo de Horatiis di intavolare le trattative. Le sue convincenti parole, espresse nel perfetto idioma transalpino, le sue
motivazioni e i suoi ragionamenti, colpirono il comandante delle forze di invasione, che addolcitosi e forse compiaciuto dai comuni sentimenti, si astenne da ogni violenza. La presa di Isernia fu
connotata da un atto di intelligenza politica di pacificazione e buona convivenza, con la scelta, proprio del de Horatiis, a rappresentare l’autorità del nuovo governo.
La breve esperienza, frutto del sacrificio più che dell’ambizione, si concluse di lì a poco con il ritorno dei Borbone, da cui fu fatto arrestare come giacobino e rinchiuso a Napoli nel Castel
dell’Ovo. Condannato a morte dopo un sommario processo, riuscì a sottrarsi alla pena capitale, non si sa se perché graziato o perché fuggiasco. Riparò in Francia con altri patrioti tra cui
Tirone, Barbieri e quel giovane studente in medicina Domenico Stiscia che aveva infiammato i ritratti dei Re, nello spiazzo dell’Ospedale degli Incurabili, e tra i giovani capi della nascente
Repubblica Napoletana. Questo forzato esilio si rivelò importantissimo per la sua formazione medica.
Studiò a Montpellier e Parigi, dove acquistò nuove cognizioni di clinica e ostetricia, sempre alla ricerca di nuovi luoghi dove apprendere e affinare la tecnica medico-chirurgica. Rientrato in
Italia dalla Francia, si fermò per qualche tempo a Pavia, uno dei centri medico-universitari più importanti del Lombardo-Veneto, dove insegnavano Borda, Raggi, Spallanzani, Carminati, Brugnatelli
e lo Scarpa, quest’ultimo famosissimo chirurgo, che comprese da subito le indiscusse virtù del giovane Cosimo, e prese a proteggerlo e incoraggiarlo, fino a fargli ottenere il posto di sostituto
alla cattedra di chirurgia. Il legame tra i 2 scienziati fu talmente forte, che il vecchio maestro si dice abbia manifestato l’idea di adottare quel giovane talento, ottenendone però, un garbato
e riconoscente rifiuto.
Preceduto da gran fama, arrivò in Napoli, dopo che la saggezza dei Sovrani aveva amnistiato i reati dei tanti Repubblicani del ’99. Grazie alle sue indiscusse doti e alle tanti guarigioni, venne
nominato Chirurgo Maggiore nell’Ospedale di San Giovanni a Carbonara, dove aprì una scuola pubblica di Anatomia e Chirurgia. Di lì a poco fu annoverato trai i chirurghi dell’Ospedale degli
Incurabili, che anni dopo avrà come Direttore quel Domenico Stiscia di Montecalvo compagno di sventura nella Repubblica Napoletana e fraterno amico nel lungo forzato esilio in Francia.
Nominato Chirurgo Militare, seguì l’esercito nelle vicende della guerra. Fatto prigioniero dai Francesi, fu ricondotto in Napoli per prestare la sua preziosissima opera al servizio del
nuovo governo bonapartista. Continuò a svolgere l’opera di chirurgo militare, anche quando i Borbone furono restaurati nel loro regno nel 1815. Ferdinando I sul finire del 1816 lo inviò a Messina
per operare di cataratta il Ministro Chinigò, l’operazione riuscì perfettamente, ridonando la vista allo sfortunato uomo politico, tra l’ammirazione delle genti e lo stupore dei chirurghi
inglesi, ben presenti nell’isola.
La sua fama crebbe, dopo altre celebri guarigioni operate sul figlio del Principe di Squillace (affetto da deformità congenita, inguaribile per molti chirurghi di fama ,anche inglesi, e dal
Brown,ispettore generale di Sanità) e dalla estirpazione di un grosso tumore dalla faccia su di un paziente in Catania. A seguito di tali fatti il Principe ereditario Francesco, allora dimorante
in Palermo, gli scrisse una lettera di compiacimento, nominandolo chirurgo di camera (personale), colmandolo di onori e ricchezze.
Nel 1821 fu nominato Chirurgo capo militare e poi Ispettore Generale della Sanità Militare e componente della Direzione generale degli Ospedali Militari dell’esercito terrestre. Salito al trono
Francesco I di Borbone,conservò il titolo di Medico di camera del Sovrano. Nel 1825 gli fu conferito il titolo di professore in secondo nella Clinica Chirurgica della Regia Università di Napoli.
Nel 1827 fu insignito della Croce dell’Ordine Costantiniano. Nel 1828, contando sul fatto di essere medico personale di Francesco I e Direttore della Clinica Chirurgica dell’Università di Napoli,
riuscirà ad ottenere l’autorizzazione ad effettuare presso l’Ospedale Militare della SS. Trinità di Napoli, alcuni esperimenti di cura omeopatica, sotto la supervisione di 2 medici militari. Dal
Maggio 1828 nasceva una vera e propria rivoluzione nel campo medico, con l’adesione entusiastica di molti medici, tanto che nel 1834 erano oltre 500 i medici che applicavano l’omeopatia,
soppiantando quasi la medicina tradizionale.
Nel 1829 accompagnò il Re in Spagna, ricevendo dal Re Ispanico la Croce di Commendatore dell’Ordine americano di Isabella la Cattolica. Già socio fin da quasi un ventennio, nel 1840 fu nominato
Presidente del Consesso Vaccinico, tanto che in quegli anni la pratica di vaccinare la popolazione e le nuove tecniche di prevenzione dei contagi, fecero del Regno delle Due Sicilie un paese
all’avanguardia in campo internazionale.
Sebbene i trascorsi giovanili rivoluzionari, si mantenne sempre lontano dalla politica, preso come era dagli studi e dalla professione.
Si ricorda che Re Ferdinando ebbe bisogno di essere operato per via di una grave affezione. Contattato il massimo chirurgo del tempo, il professore Scarpa di Pavia, lo stesso abbia indicato
in Cosimo de Horatiis il medico che avrebbe potuto sostituirlo al meglio. Convocato il giovane medico, il Re che ne conosceva i trascorsi repubblicani, accettò l’opera dello stesso, perché
persona degna e professionalmente ineccepibile, con la promessa di non farsi più propagatore di idee rivoluzionarie. Da questo incontro nacque una profonda amicizia che li accompagnerà per il
resto della loro vita e che coinvolgerà le rispettive famiglie.
Per la sua valenza fu colmato di onori e la sua fama lo portò in numerosi congressi scientifici d’Europa e d’America. Fu a sua volta, illustre maestro e alla sua scuola si formò una intera classe
medica che avrebbe dato lustro alla scuola napoletana. Fu medico di straordinarie capacità chirurgiche ed a lui si devono significative innovazioni, come la litotripsia, senza dimenticare la
ricerca continua sulle cause e sui rimedi delle malattie, che lo portarono ad accettare la Teoria dei simili di Hannemann, diventandone propugnatore e diffusore, tanto da essere annoverato, dal
consesso medico mondiale, come tra i più importanti assertori della medicina omeopatica.
Il dott. De Horatiis fu il primo chirurgo, in assoluto, dopo lo Scarpa, ad eseguire la legatura dell’arteria in caso di aneurisma, nonché la litotomia e asportazione della cataratta con il metodo
della depressione e con l’ago curvo di Scarpa.
Ebbe numerose onorificenze e fu socio di:
- Accademia dei Fisici di Palermo
- Accademia della Scuola Medico-Chirurgica di Napoli
- Accademia dei Lincei di Roma
- Accademia Chirurgico-Anatomica di Perugia
- Accademia Pontaniana di Napoli
- Accademia Reale delle Scienze di Torino
- Accademia Medica di Barcellona
- Società Francese di Statistica Universale
- Regia Accademia Medica di Madrid
- Accademia di Scienze e Belle Lettere di Palermo
- Società Luigiana di Scienze e Storia Naturale di New York (USA)
- Istituto Africano di Parigi
- Accademia dei Zelanti di Scienze,Lettere e Arti di Acireale in Sicilia
- Accademia Omeopatica di Palermo
- Istituto Omeopatico del Brasile a Rio de Janeiro
A lui furono dedicati dopo la sua morte, numerosi testi scientifici. Letterato e filosofo,fu gran collezionista d’arte antica e contemporanea. La sua invidiabile Pinacoteca, situata nell’omonimo
Palazzo (De Horatiis) di Via Costantinopoli in Napoli, vedeva la presenza di opere del Carracci, Sassoferrato, Bronzino, Luca Giordano, Andrea del Sarto,di alcuni Fiamminghi e di un una
collezione di quadri di Salvator Rosa, pittore preferito. L’erudito Quintino Guanciali nella sua opera letteraria Hahnemannus lo ricorda con questi versi
“Adfuit atque etiam Cosmo, Maurumque sequacem
Sollicitat,multosque alios accendit ad artem”
Opere pubblicate da Cosimo de Horatiis:
- Saggio di clinica Omeopatica-1826
Il volume creò grande entusiasmo nella classe medica e aprì un dibattito molto acceso sulla rivoluzionaria teoria. In questa opera fondamentale per la nascita della Omeopatia in Italia e della
Scuola Omeopatica Napoletana, favorita dal Re di Napoli, curato e guarito con i nuovi metodi, sono riportati 180 casi, documentati, di malati curati con successo con la omeopatia.
- Esame comparativo delle dottrine del Brown,di Rasori, di Hanneman, discorso Accademico scritto in latino, per l’accademia medico chirurgica.
- Sulla dottrina omeopatica,orazione latina letta nell’Accademia di Medicina di Parigi nel 1830.
- Effemeridi omeopatiche compilate insieme al Pezzilli.
Opere da lui tradotte:
- Sul governo delle piaghe di Undervond;
- Sull’uso dei bagni di Marcare;
- Sull’arte di ricettare del Tromsdorf;
- Opere chirurgiche di Desault;
- Arte Ostetricia di Baudeloque.
Di non secondaria importanza alcune opere di puro contenuto letterario tra cui un notevole “Saggio sul Naturalismo di Telesio”, saggi sulle opere di Tommaso Campanella e Hobbes, di Condillac e
Berkley, come di un componimento poetico intitolato “De Floribus”, per alcuni dei quali rimane la sola memoria storica.
Cosimo De Horatiis sposò la gentildonna Maria Padula di Civitanova del Sannio da cui ebbe quattro figli: Cesare [1], Alessandro, Annibale e una figlia (Teresa?).
Montecalvo Irpino, Settembre 2007
Dott. Mag. Antonio Stiscia
[Fonte: http://www.ilportaledelsud.org/cosimo_de_horatiis.htm]
Nota
[1] Cesare de Horatiis fu Giudice della Sezione di San Lorenzo in Napoli fino al 1859, allorché, collocato a riposo, si dedicò agli studi scientifici. Eminente studioso e scienziato, autore
di numerose opere (molte inedite) di chimica, fisica e astronomia, letterarie e saggistiche, pubblicò nel 1865 il Codice Edilizio e nel 1866 la Riforma Musicale. A lui si deve l’invenzione del
termine: “Cosmogonia”. Sposò la N.D. Antonietta Manfrecola da cui ebbe 8 figli (Cosimo, Alessandro, Annibale, Giuseppe e Camillo, Sofia, Laura e Concetta).
Giuseppe De Horatiis, sposò la leggiadra signorina Clementina Maria Stiscia di Montecalvo Irpino, sorella di Giammichele. La figlia Maria Sofia de Horatiis andò in sposa al Professor Giovanni
Piccoli Docente dell’Università di Napoli. La figlia Laura De Horatiis,andò in sposa al dott. Alfonso Iorizzo.
La figlia Concetta de Horatiis sposò il Cav. Giammichele Stiscia di Montecalvo Irpino, dove si è spenta nel 1936 e dal quale ebbe 2 figli, il comm. Domenico Stiscia e il cav. Antonio
Stiscia, quest’ultimo nonno dello scrivente autore.
Pubblicazione Internet de Il Portale del Sud, luglio 2009
Con le più ampie solennità, fu seppellito in Napoli nel Cimitero di Poggioreale e all’interno del Quadrato degli Uomini Illustri della città, in compagnia dei grandi della storia napoletana ,tra
cui Giovanni Amendola, Achille Balsamo, Beniamino Cesi, Benedetto Croce, Salvatore di Giacomo, Francesco de Sanctis …
1. Saggio di clinica Omeopatica - 1826
[Il volume creò grande entusiasmo nella classe medica e aprì un dibattito molto acceso sulla rivoluzionaria teoria. In questa opera fondamentale per la nascita della Omeopatia in Italia e della
Scuola Omeopatica Napoletana, favorita dal Re di Napoli, curato e guarito con i nuovi metodi, sono riportati 180 casi, documentati, di malati curati con successo con la omeopatia.]
2. Esame comparativo delle dottrine del Brown, di Rasori, di Hanneman
[discorso Accademico scritto in latino, per l’accademia medico chirurgica.]
3. Sulla dottrina omeopatica - 1830
[orazione latina letta nell’Accademia di Medicina di Parigi nel 1830]
4. Effemeridi omeopatiche
[compilate insieme al Pezzilli]
1. Sul governo delle piaghe di Undervond
2. Sull'uso dei bagni di Marcare
3. Sull'arte di ricettare del tromsdorf
4. Opere chirurgiche di Desault
5. Arte ostetricia di Baudeloque
6. Saggio sul Naturalismo di Telesio
7. Saggi sulle opere di Tommaso Campanella e Hobbes